MARCELLO LONZI :NESSUNO E' STATO

Oggi,  Salvatore Prinzi di Potere al Popolo,dopo la notizia della testimonianza in aula del carabiniere Tedesco che confermava il pestaggio di Stefano Cucchi , esprimeva con una bella e veloce riflessione l'accaduto:
"Ilaria Cucchi? Mi fa schifo. Si deve vergognare". -Così diceva Matteo Salvini nel 2016, solo 3 anni fa.
  Ci sono voluti 9 anni. Forse questi assassini pagheranno. Ma chi li ha coperti pagherà? E chi li legittima? Pagherà chi oggi fa sì che possa accadere di nuovo? Salvini, pagherà?-

La tenacia di Ilaria Cucchi è quella di tante madri,sorelle,padri,parenti che non si sono mai arrese nella ricerca di giustizia e verità, in un Paese dove ancora non esiste il reato di tortura, dove ancora si muore per "esser caduti dalle scale" oppure per "infarto". La storia di Stefano non è diversa dalle tante storia di chi ha avuto il coraggio di denunciare ,come Lucia Uva e Maria Ciuffi mamma di Marcello Lonzi.
La microcriminalità, l'arresto, il carcere che dovrebbe insegnare, rieducare, diviene solo luogo di supplizio, dove la violenza non puo' che generare altra violenza.E poi c'è chi soccombe.
Marcello Lonzi arrestato per tentato furto e piccoli reati entra in carcere il 3 marzo 2003 con una pena da scontare sino a ottobre 2003. Muore il giorno 11 luglio 2003 all'età di 29 anni, l'autopsia immediata rileva " arresto cardiaco", ma le immagini del suo corpo martoriato dicono ben altro. Brutali quelle immagini, , il suo corpo straziato giace in mezzo a una pozza di sangue,in mezzo alla sporcizia, gli occhi gonfi tumefatti, ,denti rotti, tagli sul viso il corpo violaceo , i segni della violenza dappertutto eppure il referto cita solo "infarto". 
La famiglia di Marcello viene avvisata il giorno dopo, anche se la notizia è già trapelata agli organi di stampa. Ore di attesa per rivedere il corpo di un figlio che non c'è piu', a Maria Ciuffi viene detto che non è possibile, poichè è in atto l'autopsia.
Violazioni delle procedure, un avviso avvenuto in ritardo, tutto induce al sospetto. 
Maria  presenta denuncia contro ignoti per omicidio, il 22 settembre 2003 chiede al consiglio comunale di Livorno assemblea di aiuto ed appoggio, il 6 ottobre 2003 l'on.Pisapia presenta interrogazione al Ministro della Giustizia Castelli chiedendo una commissione per chiarire eventuali responsabilità amministrative.
12 novembre 2003, Maurizio Turco (presidente dei deputati europei radicali) e Sergio D'Elia (segretario nazionale dell’associazione "Nessuno tocchi Caino") visitano la sezione del carcere dove è morto Marcello.

17 novembre 2003, sempre Maria scrive un’accorata lettera al Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi: "...ho paura che prevalga la volontà di nascondere la verità..."
11 giugno 2004: l’avvocato Vittorio Trupiano prende ufficialmente la difesa di Maria Ciuffi, parte offesa nel procedimento a carico di ignoti per la morte di suo figlio Marcello Lonzi, e si riserva di chiedere la riesumazione del corpo per farlo sottoporre a nuove perizie.
1 luglio 2004: il pubblico ministero Roberto Pennisi avanza richiesta di archiviazione del procedimento (per omicidio), aperto contro ignoti, sulla morte di Marcello Lonzi. Secondo il Pm Marcello sarebbe morto per un infarto, dovuto a "cause naturali".
23 luglio 2004: l'avvocato Vittorio Trupiano si oppone alla richiesta di archiviazione, chiedendo un supplemento di indagine, a partire da alcune fotografie del cadavere di Marcello Lonzi. "In quelle foto - spiega l’avvocato Trupiano - ci sono i segni di vere e proprie vergate, striature viola sulla pelle gonfia e rialzata... ecchimosi che possono essere state fatte solo con un bastone, un manganello. Certo, non sono i segni di una caduta".

Nel 2005 il giudice per le indagini preliminari Rinaldo Merani accoglie la tesi del pm Pennisi :Lonzi è morto per cause naturali. Il 12 gennaio 2005 Maria Ciuffi denuncia il pm Pennisi ,il Dr.Bassi (medico legale) ed un agente di polizia penitenziaria.Il caso viene riaperto nel luglio 2006 per essere di nuovo archiviato nel marzo 2010.
Nel 2011 la Corte di Cassazione si pronuncia sul caso dando parere negativo circa la riapertura del processo. Maria Ciuffi si rivolge cosi' alla Corte Europea dei diritti dell'uomo nel maggio 2012 che ha dichiarato irricevibile il ricorso.
La madre di Marcello  non si arrende, a luglio 2018 chiede la  riesumazione del figlio, ed il caso è  nuovamente riaperto dal procuratore Squillace. Una madre che non ha mai smesso di lottare, un figlio ucciso da uno Stato che non è Stato, una donna  di 67 anni ancora in cerca di una verità che non vuole e non deve emergere. Tenacia, coraggio, forza, non abbandonano  Maria , ha venduto quasi tutto, già perchè tutto ha un maledetto costo, soprattutto quando sopravvivi, soprattutto quando le porte ti vengono sbattute perennemente in faccia ed il dolore non ti abbandona, assieme alla solitudine in cui tante famiglie sprofondano dopo aver provato ad ottenere giustizia.
A Milano, giovedi' 11 aprile 2019 ore 19.30 spazio Cso Cox  una video intervista ed una cena a sostegno della lotta di questa famiglia, per chi non potesse intervenire e volesse contribuire ecco gli estremi per un versamento

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Divulghiamo, parliamone è importante, la resistenza di Maria è anche la nostra!


 


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