OTTO MARZO BASTA PROMESSE VOGLIAMO FATTI!


8 marzo sciopero generale proclamato dal sindacalismo di base, USB, SGB e CUB ,mentre quello confederale per l'ennesima volta esprimerà le solite scontate vecchie parole senza nulla di fatto.
Questa volta pubblichiamo la riflessione di una nostra iscritta militante , un momento di bilancio vivo, reale su quante siano le difficoltà che ancora pesano sulla questione femminile.

"L’otto marzo: me lo ricordo bene quando a 15 anni presi parte alla mia prima grande manifestazione in onore delle donne, felice di rappresentare quella parte di umanità da sempre considerata inferiore, dall’altra metà.
Tanti flussi di pensiero si sono susseguiti nella mia testa: dal “non c’è bisogno di una giornata per rappresentare la valenza delle donne, per richiedere la parità dei diritti”, a “ogni giorno si dovrebbe riconoscere la parità delle condizioni e la non sottomissione” , a “la giornata delle donne dovrebbe solo essere un giorno commemorativo per la perdita di tante donne morte in fabbrica perché lavoravano non in sicurezza”, sino ad “un giorno dedicato alle donne è già una discriminazione di per sé“.
Ero convinta che le donne una condizione di parità l’avessero raggiunta solo perché io mi sentivo e mi sono sono sempre sentita libera , mai sottomessa e uguale in tutto e per tutto agli uomini.
Quanto ero in errore.
Questi ultimi anni di maggiore consapevolezza del mondo che mi circonda, e non solo il mio, mi hanno riportata sulla terra a vedere gli orrori perpetrati ancora nei confronti delle donne. E presentati come la normalità.
Femminicidi, stupri e violenze domestiche in aumento anziché in diminuzione, attacchi costanti al diritto all’aborto in paesi in cui, come l’Italia, si pensava già ad un diritto acquisito, diseguaglianze salariali, solo per citarne alcuni.
Un quadro in cui, nonostante le donne siano parte integrante ormai dello sviluppo della società, emergono e a muso duro tutte le differenze, le discriminazioni e la violenza messe in atto quotidianamente per riportare il ruolo delle donne solo a quello familiare di moglie e madre.
Purtroppo mi sono resa conto che mai come oggi è necessario, di fronte all’imbarbarimento della società, e dunque ancor di più nei confronti delle donne, lottare per la fine delle discriminazioni economiche culturali e sociali, e raggiungere l’obiettivo di creare una società in cui le differenze non debbano trasformarsi in disuguaglianze.
Il mio pensiero si allarga ad ogni genere, (gay, lesbiche, trans,) che viene quotidianamente vituperato e discriminato, e mi dico che mai come adesso la lotta non deve essere più solo alla ricerca di una condizione di parità di genere, ma si allarga e riguarda la trasformazione di un intero sistema verso una società anticapitalista antirazzista antiomofobica e antisessista.
L’otto marzo andiamo in piazza a dire che noi ci siamo, che valiamo e che non permetteremo mai più a nessuno e soprattutto a nessun uomo di farci credere il contrario."
Loredana Bragato Potere al Popolo Provincia Milano

 

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