GIORNALE" LIBERO" CONTRO GLI SFRUTTATI

Pubblichiamo il comunicato  di Deliverance Milano, Deliveroo Strike Riders, Punto di svolta
contro l'indecente articolo apparso sul giornale "Libero"

PARLANO DI "LAVORO LIBERO" E DI "LIBERO MERCATO" PER QUESTO SCRIVONO SU UN GIORNALE DI REGIME COME "LIBERO"

La macchina del fango è partita. Libero, il quotidiano, esce in prima pagina con un titolo che non lascia spazio all'immaginazione. Terrorismo verso i lavoratori. Dietro il deus ex machina della Lega Nord impegnata in una guerra fratricida con il MoVimento 5 Stelle, partner di governo.
Le associazioni datoriali e #Assodelivery si muovono per il mantenimento dello status quo. Nel nome della flessibilità, zero diritti per i lavoratori e nessuna tutela.
PROMEMORIA I 2000 LICENZIATI DI FOODORA
Non ci pare di ricordare che il modello #Foodora tutelasse i lavoratori in alcun modo, anzi ha portato alla chiusura dell'azienda e ad un rimpasto con #Glovo dopo che le proiezioni di mercato non avevano garantito la copertura degli investimenti necessaria: tradotto in soldoni, se io, #DeliveryHero (holding finanziaria proprietaria anche di Foodora) non mi espando abbastanza, vendo il passivo e reinvesto su un'altra azienda più forte agli occhi degli azionisti.
Un gioco a #scatolecinesi in cui non erano in discussione né il costo basso del lavoro (Foodora dava un contratto "migliore" ma pagava con cottimo puro di 3,60 a consegna) né la flessibilità del modello mal giocato a livello finanziario, sopra le teste dei rider, licenziati in tronco e informati dai giornali della chiusura del servizio.
2000 fattorini, che in teoria la compagnia acquisitrice avrebbe dovuto assorbire alle medesime condizioni, lasciati a casa.
LAVORO LIBERO MA NON LAVORO QUANDO VOGLIO
Anche la sentenza di Torino in questo senso ci viene incontro. Non esiste il lavoro quando voglio. I corrieri del #deliveryfood, che ne dicano le aziende, sono lavoratori alle dipendenze delle piattaforme e sono diretti dal servizio di intermediazione digitale.
Questo che cosa comporta?
Che turni di lavoro, smistamento delle consegne, trattamento dei lavoratori, sanzioni disciplinari e tutta l'organizzazione del lavoro, compresa la registrazione dei dati, la #geolocalizzazione sia in mano alle compagnie che offrono il servizio di business to business a clienti e a ristoratori, diventando ipso facto i capi, a cui rivolgere richieste e rivendicazioni sindacali.

Dispositivi come #ranking, #rating e prenotazione dei turni in fasce dimostrano che i fattorini non sono liberi ma sotto il giogo dell'algoritmo.
LA VENDITA DI UN SOGNO
Abbiamo detto più di una volta che queste compagnie operavano in un circuito di totale #deregolamentazione a scapito dei lavoratori sui quali gravava tutto il rischio d'impresa così trasmesso e scaricato sui fattorini, che senza alcuna tutela e garanzia, né di guadagno né di sicurezza, vedeno cambiare le proprie condizioni di base sull'oscillazione della domanda.
In cambio le aziende per mesi, con qualcuno per anni, hanno dato ad una parte della flotta la possibilità di guadagnare cifre astronomiche, giocando sul fatto che le spese a carico di chi lavora non comparivano, versandogli il minimo di tasse (20%) da lavoratore #autonomo e non preoccupandosi di rimborsare o corrispondere alcuna indennità o premio (se non saltuariamente bonus pioggia e piccoli incentivi nel fine settimana). Con monte ore settimanali di oltre 60 ore di lavoro per qualcuno.
Alti guadagni per alti rischi. Un gioco d'azzardo con la vita delle persone e nel ricatto della #precarietà del lavoro. Nessuna libertà se non quella di farsi sfruttare.
LA LEGGE DEI RIDER
Abbiamo partecipato per mesi al tavolo di negoziazione tra le parti sociali con il Governo, le società, i sindacati le associazioni di categoria e dopo aver capito che non c'erano gli estremi per firmare nessun #Accordo Collettivo (l'unico modo per cambiare allo stato attuale le condizioni dei corrieri a livello contrattuale) si sta procedendo con una legge, che è al vaglio in Parlamento proprio in queste ore.
La legge parla di estensione dei diritti per i lavoratori. Una serie di punti #inderogabili da riconoscere a tutte e a tutti i #gigworkers.
Lungi da noi la volontà di difendere un provvedimento normativo di cui ancora non si conoscono in dettaglio i cardini, se non quelli che vanno da una parte a rafforzare la legge già esistente (cottimo illegale) dall'altra ad innovare il sistema retributivo indiretto con Inps e Inail ritoccati (un palliativo al nostro umile modo di vedere, ma un miglioramento sicuramente) nell'alveo del lavoro autonomo e delle #collaborazioniatipiche, con l'indicazione di un #salariominimo orario per chi è fuori dai contratti collettivi nazionali, non ci esprimiamo ancora in merito, ma abbiamo scritto al Ministro Luigi Di Maio perché condivida con noi il testo proposto.
UN OLOCAUSTO?
No, al contrario, uno strumento giuridico in più nelle mani dei lavoratori per far valere i propri diritti. Ce n'è bisogno, infatti proprio in questi giorni le aziende stanno diminuendo le ore ai #fattorini perché è arrivata la bella stagione e i clienti ordinano meno a domicilio.
Per ora la confusione regna ancora sovrana tra i lavoratori. E questo fa gioco naturalmente alle aziende che vogliono spaventare tutti i rider e costringerli al silenzio.
OGGI È GIÀ DOMANI
Dal nostro punto di vista molte sono ancora le battaglie che ci aspettano per il riconoscimento dei nostri diritti.
Ma ad oggi, anche se non è la legge che volevamo e che sarebbe servita realmente ai fattorini, quel #decretorider presentato al Ministero del Lavoro da noi a dicembre sul riconoscimento della #subordinazione, se non altro si sta per chiudere questa lunga parentesi "politicista" nella rivolta dei rider e tra poco potremo tornare nelle strade, a far sentire le nostre ragioni e voci alle aziende, uniti come sempre insieme agli altri lavoratori.
Deliverance Milano Deliveroo Strike Raiders Punto di Svolta

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