NON UNA LOTTA IN MENO

A pochi giorni dalla grande manifestazione che si svolgerà a Roma contro la violenza sulle donne,ecco il resoconto di NONUNADIMENO sulla richiesta di  sospensione del Decreto Sicurezza nel consiglio comunale milanese.

Massimo sostegno all'ordine del giorno di sospensione del Decreto Sicurezza presentato in Consiglio Comunale a Milano.
Dopo tanti altri comuni capoluogo, anche a Milano approda in Consiglio Comunale la richiesta di sospensione del DL Salvini. In tutta Italia si organizzano iniziative per contrastarlo ma il Governo procede spedito verso la conversione, ignorando le voci dissenzienti del mondo dei movimenti, sindacale, accademico e giuridico.
Appena pochi giorni dopo la pubblicazione del Decreto Sicurezza in Gazzetta Ufficiale, nella nostra Assemblea plenaria del 7 e 8 ottobre a Bologna, ribadivamo che Non una di meno è un movimento globale che rifiuta la logica per cui la libertà di qualcuno si può conquistare al prezzo dell'oppressione di qualcun altro.
Di fronte ad un uso sistematico delle gerarchie, che dice che la lotta contro la violenza sulle donne giustifica il razzismo o che alcuni possono godere di un po’ di benessere solo se altri sono esclusi, noi siamo nelle piazze e nei territori a prendere chiaramente parola.
Abbiamo preso parola e rifiutato le teorie del decoro, elemento di controllo sociale, dispositivo che sembra una forma di patriarcato delle carte bollate dove non c’è spazio per le e i poveri, figuriamoci per le donne e tutte le soggettività libere e ribelli.
Abbiamo detto no a qualunque forma di strumentalizzazione dei nostri corpi, usati per fomentare l’odio razziale e le derive securitarie che legittimano la militarizzazione nelle città.
Abbiamo rivendicato un permesso di soggiorno europeo senza condizioni, slegato dal reddito, dal lavoro e dal matrimonio, perché sappiamo che la libertà di movimento è la condizione per rifiutare e lottare contro il patriarcato e contro la violenza, compresa quella economica, e quindi non accettiamo che siano maschi, padroni e Tribunali a stabilire quali siano i casi “speciali” che meritano la concessione di un permesso di soggiorno.

Pensiamo che uno degli obiettivi della fabbrica permanente della paura sia arrivare all'isolamento, a non uscire di casa.
Quella stessa casa che è la vera tana del lupo, visto che il tema della violenza domestica continua a essere invisibile come fattore di carattere strutturale.
La narrazione della violenza di genere va bene finché il corpo della donna può essere usato per imporre più "sicurezza" e far sì che siano le stesse cittadine e gli stessi cittadini a voler chiudere le frontiere, chiedere militari, telecamere. Così si devia l’attenzione dai problemi che veramente travolgono le nostre esistenze per costruire un popolo spaventato e governabile. La dignità si conferisce per decreto e si revoca per urgenza.
Noi tutto questo lo rifiutiamo e oggi ci schieriamo apertamente contro il Decreto Sicurezza, che istituzionalizza la torsione autoritaria del Potere: si rinuncia allo Stato di diritto prendendo spunto dall’anello più debole, i/le migranti, per poi passare a tutta la società e criminalizzare le lotte, andando a colpire chi dissente o semplicemente solidarizza.
Si vogliono neutralizzare le opposizioni sociali per alimentare lo scontro tra classi sociali impoverite, uno scontro prepolitico dove a vincere è il caos delle coscienze e il naufragio dei diritti e delle libertà.
Riteniamo che nessun luogo delle donne possa sentirsi al riparo dal tentativo di manipolazione della realtà, perché è sui nostri corpi, contro i nostri spazi e a discapito delle nostre storie che si costruisce la narrazione tossica e pesticida del presente dove l’antirazzismo è degradato a buonismo e si vuole far scadere l’antifascismo in feticcio storico.
Nel difendere le nostre esperienze difendiamo il diritto al dissenso e al mutualismo sociale. Siamo consapevoli degli intrecci inestricabili tra razzismo e sessismo, tra patriarcato e omotransfobia e lavoriamo ogni giorno mettendo in discussione l'oppressione dei confini così come quella del genere.
Lottiamo e lotteremo sempre, con la consapevolezza che il nesso tra il patriarcato del Ddl Pillon e il razzismo del Decreto Salvini e la loro visione della società dovranno essere contrastati con forza come tasselli di una medesima violenza sistematica.
Saremo ovunque ci sara' da disubbidire alla disumanità fatta sistema, alzare la testa, difendere una sorella meno fortunata, sostenere un ordine del giorno che si faccia granello di sabbia nell'ingranaggio. A Milano, come altrove. Non una lotta di meno.

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