E' STATA TUA LA COLPA E ALLORA ADESSO CHE VUOI!


Ieri il CPN nazionale del Partito della Rifondazione Comunista ha ribadito quanto già bolliva in pentola da qualche settimana. Gli Statuti contrapposti , la necessità di trovare quell'effettiva necessità di  abbandonare un progetto che stava stretto a piu' della metà degli iscritti della stessa Rifondazione, ha trovato finalmente il coraggio di emergere dal pantano in cui  era andato a trovarsi.
Il Pci e Sinistra Anticapitalista avevano già deciso di non rimanere, mentre sembrava che il Prc dovesse resistere, a poche ore dal voto ecco il ritiro , l'invito a non votare,mentre fino a poche ore prima il continuo sbandierare dell'obbligo all'iscrizione. Una coerenza che dimostra quanto sia debole un partito che si dichiara contrario alle coalizioni con partiti neoliberisti e che invece sui territori lascia libertà di "cartelli" con gli stessi, identificandoli con simbologie diverse, tutto in nome del fronteggiare i nuovi fascismi che insorgono da tutte le parti e che ormai quella pseudo sinistra,non riesce piu' a controllare per le "toppe" politiche a cui è ricorsa durante gli ultimi anni. I lavoratori stessi hanno smesso di credere alle solite "favole", i loro diritti son stati abbandonati, infangati,stracciati e cosi' hanno volto lo sguardo altrove. 
Partendo dall'eliminazione dell'art-18, a quella legge  Fornero che è stata impugnata dalle destre in campagna elettorale,dopo che avevano prodotto raccolte firme, mentre la pseudo sinistra dormiva, troppo impegnata a litigare per un posto da qualsiasi parte ,piuttosto che guardare a chi veramente subiva continuamente situazioni all'estremo. 
Si potrebbe citare altro, ma le elezioni Europee incombono e qui si vedranno ancora gli stessi "cartelli" con altri nomi, altri contenitori, con gli stessi  personaggi, le stesse facce, la stessa minestra. 
Forse sarebbe stato piu' elegante uscire prima , sarebbe stato piu' raffinato  ammettere che una parte di Rifondazione Comunista non gradiva un nuovo soggetto come Potere al Popolo, cui si rinfacciava di  voler una gestione piu' concreta anzichè uno statuto unitario anche se una forma statutaria Rifondazione la possedeva  già.Perchè  tanto caos sul un modo di determinarsi di un movimento? Perchè tanto bordello su una piattaforma, quando tutti utilizziamo i social, internet, e siamo sempre on-line anche per gli acquisti? Perchè negare fin dall'inizio quel qualcosa di nuovo e diverso, anche piu' giovane di vecchie strutture? Perchè voler a tutti i costi uno Statuto unitario se non ve ne erano le condizioni?Perchè in questo documento viene riportato il fatto che senza Rifondazione Potere al Popolo non sarebbe potuto andare avanti ? 
Quando nasce un nuovo soggetto che non vuol star alle regole partitiche e non vuole scendere a compromessi accade che lo si abbandoni, accade che si dica quanto sia antidemocratico, quanto siano "irriverenti" questi giovani  che non vogliono sottostare a vecchie regole logiche alquanto illogiche, poichè la democrazia diretta fa cosi' tanta paura che non la si affronta e ci si nasconde troppo spesso dietro ad altre scusanti pur di non lasciar posto ad altri modi di agire.
Peccato un vero peccato aver perso un treno che sta iniziando ad esser conosciuto, pur essendo ancora impegnato nel costruire quel qualcosa di nuovo che non si vedeva a sinistra da piu' di venticinque anni. 
INDIETRONONSITORNA!SI PROSEGUE!





POTERE AL POPOLO

Potere al popolo doveva essere uno spazio e una soggettività che alla connessione delle lotte e al conflitto sociale avrebbe dovuto dare la massima centralità unendo sui territori attiviste/i provenienti da storie e organizzazioni diverse. Per questo avevamo deciso di proseguire il percorso dopo le elezioni del 4 marzo.

Abbiamo dolorosamente dovuto prendere atto dell’involuzione che è stata impressa al processo da una parte dei soggetti politici che con noi avevano promosso un anno fa la lista. Si è scientemente perseguito l’obiettivo di trasformare quello che doveva essere un movimento politico sociale unitario in un partito caratterizzato da una linea settaria di autosufficienza. Lo si è fatto attraverso una campagna sotterranea di attacco politico a Rifondazione Comunista e modalità di scontro che rappresentano l’opposto dello sforzo di costruire un contesto di lavoro unitario tra militanti e attiviste/i di diversa provenienza che aveva suscitato entusiasmo in una difficilissima campagna elettorale. Simile attacco è stato rivolto a tutte quelle forze organizzate e a soggetti collettivi o individuali che rivendicavano la necessità di mantenere un processo plurale e una democratizzazione a livello locale e nazionale di PaP. E’ stato un percorso che ha sottoposto il corpo militante del partito a uno sfibramento rilevante che non abbiamo saputo cogliere a sufficienza. Si tratta di una responsabilità che gli organismi dirigenti collegialmente si assumono.

Rifondazione Comunista – nonostante tutte le difficoltà, gli attriti e i limiti emersi nel corso del percorso – ha lavorato con la massima generosità per portare avanti il progetto prefigurato nel manifesto fondativo di costruire “Un movimento di lavoratrici e lavoratori, di giovani, disoccupati e pensionati, di competenze messe al servizio della comunità, di persone impegnate in associazioni, comitati territoriali, esperienze civiche, di attivisti e militanti, che coinvolga partiti, reti e organizzazioni della sinistra sociale e politica, antiliberista e anticapitalista, comunista, socialista, ambientalista, femminista, laica, pacifista, libertaria, meridionalista che in questi anni sono stati all’opposizione e non si sono arresi”.

Questo progetto originario non c’è più. Siamo di fronte a un progetto politico diverso che intende usare la stessa sigla che ha ottenuto visibilità presentandosi alle elezioni politiche anche e soprattutto grazie all’impegno di Rifondazione Comunista.

Il CPN conferma il giudizio espresso nel documento approvato dalla Direzione Nazionale del 13 ottobre riguardo alle forzature antidemocratiche e alle violazioni palesi delle più elementari regole di correttezza che hanno reso impraticabile una già di per sé assurda consultazione su due statuti contrapposti. In qualità di soggetto co-fondatore di Potere al popolo non riconosciamo la legittimità di una consultazione falsata, di uno statuto che è stato bocciato dalla maggioranza degli aderenti che non hanno partecipato al voto, e degli organismi che verranno eletti su questa base.

Giudichiamo positivamente l’appello “Compagne e compagni” per rilanciare un percorso di confronto e attivazione di chi non ha condiviso la deriva di Pap.

Proprio perché non abbiamo abbandonato l’originaria ispirazione di Pap non intendiamo separarci da quanti/e hanno condiviso con noi quell’impegno e ci adopereremo per tenere in vita, in forma autonoma, la rete di relazioni politiche e sociali che in questi mesi si sono consolidate.

Il CPN ritiene quindi che non vi sono le condizioni per proseguire l’impegno politico diretto del nostro partito in quello che si ostinano strumentalmente a chiamare Potere al popolo.
documento del CPN nazionale del Prc



Commenti

  1. un Cpn che non riesce a fare un minimo di autocritica, e che dopo aver accusato Pap di essere antidemocratico e settarista ne auspica la "collaborazione" ..è quantomeno opportunista e ipocrita

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  2. nulla di nuovo....
    Indietro non si torna.

    Post Scriptum: un mio ricordo personale. Tra dicembre 2017 e poi gennaio, febbraio 2018 vedevo certi compagni che erano presenti,. intervenivano a più non posso. Li guardavo e pensavo: cazzo, quanto s'impegnano....poi arrivò il 4 marzo e sappiamo come è andata.....quei compagni non li ho più visti alle riunioni.

    Ho capito che gli è andata male...miravano solo a farsi eleggere.

    Ecco...Potere al Popolo non è questo.
    Per fortuna ce ne siamo liberati.

    RispondiElimina

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